© Giovanna Petrocchi, Evolution, 2018

Intervista a Giovanna Petrocchi

Combinando fotografie personali con immagini trovate e collage fatti a mano con processi di stampa 3D, Giovanna Petrocchi crea paesaggi immaginari ispirati a dipinti surrealisti di realtà virtuali e culture antiche.

Di seguito, ci racconta i suoi progetti, le sue aspirazioni:

 

Puoi raccontarci qualcosa delle tue ispirazioni? Su quali temi lavori più spesso?
Prendo ispirazione da saggi e racconti sugli animali, tutto ciò che riguarda la fauna in generale, dalle storie e dalla mitologia. Sono attratta anche da lavori di artisti che uniscono o confondono il medium fotografico con quello della scultura. La maggior parte della mia ricerca ruota attorno all’archeologia, le narrazioni fantastiche e la natura primordiale. Al momento sto esplorando maniere alternative di fruizione degli oggetti appartenenti al passato, nello specifico indago le metodologie di documentazione dell’arte antica all’interno di collezioni museali.

 

© Giovanna Petrocchi, “Modular Artefacts, Mammoth Remains”, Monster, 2019

 

Come vedi la tua relazione con il medium? Come usi la fotografia per esprimere il tuo lavoro artistico?
La mia pratica é incentrata sulla mescolanza di materiale d’archivio, fotografie personali, collage e stampa 3D. Quindi in un certo senso non utilizzo il medium in maniera tradizionale. Dal mio punto di vista la fotografia non è trasposizione di verità assolute ma piuttosto uno strumento magico che mi permette di traslare le mie domande e le mie curiosità in una forma fisica. Il mio approccio nei confronti del medium é sperimentale e giocoso. Mi diverte combinare insieme diversi processi e ricercare modi sempre diversi di condividere la mia prospettiva.
Di recente mi sono resa conto che non sto più utilizzando la macchina fotografica per realizzare foto. Ritengo che la scansione, la stampa 3D, le tecniche di collage e l’utilizzo di materiali di archivio, siano tutte opzioni altrettanto valide di ‘fare’ una fotografia. Direi che il mio lavoro si colloca in un limbo, a metà tra il nostalgico e il futuristico: quando si tratta di scegliere dei temi, mi immergo nel mondo del passato, ma il mio approccio pratico del medium fotografico è proiettato verso il futuro.

 

Hai qualche progetto in corso (o più recente) che vorresti condividere con noi?
In questo momento sto lavorando ad una nuova serie intitolata Sculptural Entities. È un progetto nel quale immagini di archivio di denti di mammut, nello specifico molari, vengono messi in dialogo con singoli pezzi di 3D puzzles di cartone raffiguranti dinosauri stilizzati. Entrambi gli elementi sono stati estrapolati dal loro contesto originario su photoshop ed in seguito riorganizzati da me in una classificazione fittizia che va ad imitare la forma di un catalogo museale. Nel mettere a confronto queste due entità, l’intento é quello di esplorare il rapporto tra forme organiche ed artificiali, ma allo stesso tempo fra l’antico e il contemporaneo.

 

© Giovanna Petrocchi, Untitled, Sculptural entities, 2020

 

Abbiamo dovuto affrontare molte sfide quest’anno. Come vedi questo momento per l’arte? Sta cambiando la tua pratica?
Inizialmente é stato difficile doversi adattare a questo nuovo, lento ritmo di vita. In alcuni momenti é stato scoraggiante vedere come molti musei, gallerie d’arte ed eventi culturali siano stati costretti a ‘trasferirsi’ provvisoriamente online. Credo che adesso sia fondamentale per tutti, sia noi artisti che l’industria creativa, trovare il giusto compromesso tra il mondo virtuale e in quello fisico.
Per quanto riguarda la mia pratica c’é stato un lieve cambiamento dal punto di vista della modalità di ricerca. Mentre prima traevo la maggior parte dell’ispirazione girando per musei e archivi o chiacchierando con colleghi, adesso le principali fonti di stimolo le ricevo da internet o attraverso i libri.

 

© Giovanna Petrocchi, Anatolian idol-iran weapon⁠, From “Modular Artefacts, Mammoth Remains”, 2019

 

Cosa ti aspetti da questa esperienza come talent di Futures?
Futures è stato un’ottima occasione per far circolare il mio lavoro e condividerlo con professionisti nel campo artistico. Specialmente in questo periodo incerto in cui ci troviamo tutti, è rassicurante avere un sostegno di questo tipo. L’essere parte di questa community mi ha motivato a portare avanti progetti durante il lockdown e fornito l’entusiasmo per condividerli con un pubblico più vasto. Spero di consolidare nuovi rapporti lavorativi e di conoscere nuovi fotografi!

 

Intervista realizzata da FUTURES PHOTOGRAPHY.