CAMERA FUTURES | Intervista a Camilla Ferrari
Talenti emergenti della fotografia contemporanea
La ricerca multimediale di Camilla Ferrari mescola immagini fisse e in movimento per analizzare la relazione emotiva e fisica tra gli esseri umani e l’ambiente circostante, riflettendo sulla percezione e sul potere del silenzio.
Di seguito, ci racconta i suoi progetti, le sue aspirazioni:
Puoi parlarci delle tue ispirazioni? Con quali temi lavori?
La mia ispirazione nasce dall’osservazione del ritmo della vita quotidiana, attraverso un approccio basato sulla lentezza e sull’attenzione verso le manifestazioni più semplici della realtà.
Il mio interesse si concentra sulla relazione tra gli esseri umani e ciò che li circonda, sia in senso fisico che – soprattutto – emotivo. Sono molto affascinata dal concetto di percezione e dalla natura meditativa del processo creativo: credo che ci sia una potente e profonda dignità nel silenzio e, attraverso il mio lavoro, cerco di rappresentare questi momenti soltanto apparentemente vuoti o insignificanti.
Come vedi il tuo rapporto con il medium? Come usi la fotografia per esprimere la tua arte?
Il mio rapporto con il visual storytelling è iniziato usando la fotografia come unico medium, con un’impostazione molto classica guidata dall’idea che mi sarei occupata di fotogiornalismo. Crescendo e approfondendo la mia pratica nel corso degli anni, mi sono resa sempre più conto di volermi allontanare da quella definizione per abbracciare un approccio multimediale che, negli ultimi due anni, è stato costituito da un mix di immagini fisse e video verticali. Per me, questi due media fungono da portali che ci permettono di esplorare lo spazio che esiste tra la realtà e la sua percezione.
In questo senso, Instagram è stata una piattaforma davvero importante nel mio percorso: il mio interesse per i video verticali come linguaggio è iniziato grazie alle Instagram Stories, a partire da una riflessione sulla loro funzione di diario visivo perpetuo, fino alla scoperta del potenziale della piattaforma social di contaminare ed espandere la definizione di narrazione visiva.
Hai qualche progetto in corso (o più recente) che vorresti condividere con noi?
Durante il lockdown, a Milano, ho costantemente messo in discussione il mio ruolo, ragionando su quale potesse essere un possibile contributo al patrimonio visivo e alla testimonianza creata dalla pandemia.
In The Poetry of Home ho riflettuto sulla protezione che offrivano le quattro pareti della mia casa e su come le scene ordinarie e gli schemi quotidiani assumessero un nuovo significato. Ho iniziato a notare come il passare del tempo e la luce mutevole fossero in grado di creare momenti di surrealismo e magia. Ho sentito il bisogno di seguire questa sorta di “presenza”, a volte anche rendendomi io stessa parte delle immagini, lasciando che i giorni trascorressero – quasi perdendo il conto.
La ritrovata importanza delle cose semplici e banali è diventata per me uno strumento per creare e viaggiare senza muovermi.
Abbiamo dovuto affrontare molte sfide quest’anno. Come vedi questo momento per l’arte? Sta cambiando la tua pratica?
Sto ancora pensando a come questo momento stia influenzando il mio lavoro e, prima di tutto, il mio metodo di pensiero, e attualmente mi sento come se fossi sospesa in un limbo: penso che lo scenario incerto che tutti condividiamo possa essere capovolto e visto come un catalizzatore di riflessione su nuovi modi per raccontare storie, per spingere davvero i confini del digitale ed espandere la nostra pratica artistica.
Sto provando a vedere questo momento come un’occasione di scoperta piuttosto che di pausa negativa. E le scoperte richiedono tempo, quindi al momento sto prendendomi del tempo per impostare la ricerca necessaria per portare avanti nuovi progetti il prossimo anno.
Cosa ti aspetti da questa esperienza come talento di Futures?
Penso che un’iniziativa come Futures sia capitata con un tempismo perfetto: ha offerto a tutti i talenti selezionati la preziosa opportunità di far parte di interessanti conversazioni non solo sul nostro lavoro realizzato fino ad oggi, ma soprattutto sui progetti futuri, per creare connessioni con colleghi e professionisti di tutta Europa ed essere esposti a potenziali collaborazioni con istituzioni internazionali. Colgo l’occasione per ringraziare ancora una volta Camera per avermi dato l’opportunità di far parte del gruppo dei talenti per il 2020, e per il loro costante supporto e dedizione.
Intervista realizzata da FUTURES PHOTOGRAPHY
Camilla Ferrari (Milano, 1992)
Laureata in Comunicazione, la ricerca multimediale di Ferrari mescola immagini fisse e in movimento per analizzare la relazione emotiva e fisica tra gli esseri umani e l’ambiente circostante, riflettendo sulla percezione e sul potere del silenzio.
Il suo lavoro è stato pubblicato su National Geographic, NPR, US News, The Culture Trip, CNN, 6Mois, InsideOver ed Elle Decor Italia, tra gli altri. È membro di Women Photograph. Nel 2020 è candidato per la Joop Swart Masterclass, selezionata per PDN – Photoville tra i trenta talenti emergenti a livello europeo e per Artsy “20 Rising Female Photojournalists” (2019). Nel 2018 ha frequentato la Nikon NOOR Masterclass a Torino ed è stata finalista per il WMA Hong Kong Commission Grant. È stata nominata vincitrice a Photo Boite – ARTPIL tra i 30 fotografi under 30.